I giovani
Ho passato lo scorso fine settimana in mezzo ai giovani. Ero a Forlì per la proclamazione del diploma di laurea di mia figlia Agnese e in questa occasione mi sono trovato più volte in mezzo a loro, i giovani. Agnese ha raggiunto un traguardo importante della sua vita e noi, i suoi genitori, siamo molto felici per lei, per la soddisfazione che si è presa, soddisfazione che è stata anche nostra per il piccolo contributo che abbiamo dato.
Ma una cosa in particolare mi ha colpito nello stare insieme a loro, alla loro freschezza e pulizia, alla loro maturità e alla loro voglia di fare gruppo, di condividere esperienze, di portarle nel gruppo per metterle a disposizione degli altri.
Sono inevitabilmente tornato indietro con la memoria di trentacinque anni (è così facile per me viaggiare a ritroso nel tempo, fin troppo facile, ahimè!) e ho provato a fare dei paragoni, di trovare dei punti in comune e, purtroppo, al di là delle generalizzazioni, la ricerca di somiglianze tra i giovani di oggi e quelli di allora è stata pressoché vana. Noi bruciavamo tutte le tappe della nostra vita facendo terra bruciata intorno a noi mentre invece loro lavorano in funzione di un futuro molto ma molto incerto. Noi eravamo la generazione delle enormi possibilità e molti di noi le hanno buttate via, loro sanno invece di non avere grandi opportunità, purtroppo, nonostante questo hanno un incredibile entusiasmo ed una altrettanto incredibile voglia di vivere. Noi vivevamo in una bolla che serviva a proteggerci dal mondo esterno mentre loro sono sempre in viaggio e non solo fisicamente. Inoltre noi eravamo circondati da paradisi più o meno artificiali mentre loro rigettano tutto ciò che li allontana dal vero. Io non posso fare altro che esprimere di cuore tutti gli auguri a loro, generazione di ragazzi pieni di speranze per il futuro ringraziandoli per tutta l'energia che riescono a trasmettere alla generazione precedente. Il nostro futuro è passato, e noi non ce ne siamo nemmeno accorti. (cit.)
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