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Istantanee
Filari intorpiditi
contro un cielo di ferro e cobalto,
le tue promesse mancate
[muti stracci stesi al sole d'ottobre]
vacue parole scolpite
nel ghiaccio del tuo sprezzante sorriso
[agosto 2017]
Scaravoltàto
da marosi oscuri e travolgenti
in una notte interminabile
di innumerevoli parole vuote
e di lubrici sensi consegnati all'oblìo
[miseri corpi desolati che si denudano
e si aggrovigliano, abbandonandosi]
Sfiancato
da un incoerente e vano esistere,
giorni sperperati
in mute stanze imbiancate a calce
disadorni simulacri di passioni
vanamente attese,
subitamente consumate, mai sopite
[indimenticate]
Confondendomi
tra i flutti della mia memoria
[brandelli confusi di imperitura umanità]
lasciandomi trasportare alla deriva
di un destino imponderabile
mi areno dolcemente su lidi inesplorati
[la mia stanca stravaganza]
sorrido all'alba del nuovo giorno
[agosto 2017]
Cremosi
e carezzevoli
i tuoi passi,
una
languida movenza sul
filo
di un ardore così acerbo,
fiamma
che non si consuma
Evanescente
inquietudine, stupore sottile
[agosto 2017]
Se
tu potessi scorgerti
attraverso
i miei stessi occhi
distingueresti
tra
le languide profondità
della
tua pelle trasparente
[petali
di un fiore del deserto
stanco,
dimenticato]
i
segni delle mie mute labbra
su
ferite e cicatrici
consumate
dai giorni di un'attesa
e
scopriresti
[amore
mio]
quanto
è dolce ritrovarti
all'ombra
di un tenero rimpianto
e
in un eterno istante
averti,
respirarti,
perderti
[agosto 2017]
Distante
e indifferente ad un tormento antico
che ritorna,
inquietudine e paura,
muta disperazione
Vestito
di avanzi di carezze
brandelli di verità, conquiste smarrite
in notti senza fine
Avvolto
in mani logore,
le mie,
segnate dalla fatica e dall'affanno,
accogliere mani, stringerle,
lasciarle andare
Lentamente
e affidandomi a giorni uguali
e senza volto,
arrendendomi,
finalmente
mi abbandono
[agosto 2017]
Moto profondo
[membra intorpidite]
inesauribile desiderio
[spenta voluttà]
di soffermarmi qui
[contenuto, avviluppato]
di ascoltare ancora,
di sentire
[di non liberarmi,
non allontanarmi]
di non cercarti più
[non più]
[luglio 2017]
Risvegliami,
strappami alla quiete
di sensi intorpiditi,
al silenzio
Sollevami,
libera le mie mani,
fatti raggiungere, afferrare,
stringere
Sorprendimi,
stupiscimi, meravigliami,
lasciami senza fiato
smarrito, attonito, muto
Fammi male,
attraversami,
infrangimi il cuore,
svuotami
Deponimi
su un letto di organza
e nuvole
ricoprimi di fiori
[giugno 2017]
Nuvole gonfie,
il cielo sembra non avere confini
Aria dal sapore di stracci bagnati
e rena sporca,
ricordi consumati nell'oblìo
Riverberi di assenza
[dicembre 2016]
Ti
ho incontrata
vestita
del solo tuo sorriso,
una
profonda malinconia
ti
ho avvicinata
con
gesti impacciati, accordi suonati a memoria,
lunghe
ombre in una sera d'estate
ti
ho raccontato
dei
miei vani giochi di ragazzo stanco
e
annoiato dal frastuono del mondo
ti
ho regalato
parole
nuove
per
rinfrescare la tua voce,
gelati
alla fragola
per
nutrirti di dirompenti desideri
ti
ho divertita
con
le mie maschere di pezza,
i
miei capelli scarmigliati,
i
miei costumi colorati,
panni
stesi ad asciugare, al sole del mattino
ti
ho presa per mano
accompagnandoti
verso casa
in
una notte troppo giovane,
leggera
come l'odore del vento,
profonda
come una parola data,
una
promessa mantenuta
ti
ho accarezzata
con mani
incerte e sottili,
smarrite
in un campo di grano maturo,
l'ingenuità
della tua pelle,
un
lungo viaggio sul tuo viso
ti
ho offerto le mie labbra
avvicinandomi
piano,
fermando
il tempo attorno,
accendendo
il cielo
di
innumerevoli stelle danzanti
E
ti ho inventata
disegnata,
colorata,
spogliata
e rivestita,
dolcemente
pettinata
ti
ho chiamata, invocata,
gridata
e sussurrata,
tenuta
stretta, lasciata andare
Ti
ho smarrita, perduta,
[mai]
dimenticata
[dicembre 2016]
Vorrei tu scorgessi
in una sola mia parola
il fiume impetuoso che mi
attraversa,
mi scorre dentro
Vorrei tu avessi
il coraggio di tuffarti, di lasciarti cullare
dalla
corrente del mio impeto,
travolta
dalla mia inestinguibile sete di te
Vorrei tu affidassi
il tuo respiro al vento,
volo d'uccello che paziente
migra
dove è sempre primavera
Vorrei tu gridassi
nelle mie orecchie, nel mio cuore
che
tutto ancora è possibile, nulla mai finisce
dove tutto ancora deve
cominciare
Vorrei tu mi sorridessi
con la tempesta dei tuoi occhi,
la musica delle
tue mani,
il passo leggero dei tuoi piedi scalzi.
Vorrei tu fossi
dove già sei stata, dove ancora non sei,
trepidazione
e incanto, un sogno,
dove ogni giorno, ovunque sei, sarai.
[dicembre 2016]
Spesse
mura
trafitte da
ferro e legno
in
polverose stanze
ingiallite dal
fumo,
dall'attesa
apatiche
spettatrici
di
un lamento muto,
soffocato,
strazio
di una stagione perduta
annientata
nel rimpianto
stanche, ripetono
parole scritte
a macchina
farneticanti
accuse
riflessi
disadorni
di
barbare coscienze.
E
dovunque, incessantemente
l'ombra
dei miei lenti passi
intrecciata
a silenzi accesi
urla
lancinanti
di
spiriti incolpevoli.
Sgomento,
incredulo
apro
piano gli occhi
nuovamente
strappato al sogno
e
umiliato, vinto
mi
consegno alla mia pietà
prima
che nasca il giorno.
[dicembre 2016]
Palloncini colorati,
i fili dei miei sogni
trattenuti in mani bambine,
lo sguardo spalancato sul mondo
L'impazienza dei tuoi occhi,
una lenta ascesa,
il volo
[dicembre 2016]
Io vorrei tu fossi
dove già sei stata,
dove ancora non sei,
dove in ogni attimo
ovunque tu sei
sarai
[dicembre 2016]
La pioggia sui campi messi a maggese,
il tuo odore, frammenti di primavera
strade strette, così difficile smarrirsi,
la luce del pomeriggio, una campana, la piazza
[dicembre 2016]
Arranco
stranito e delirante
sostenendomi appena un poco
all'inespugnabile trincea
di assordanti miserie,
un'interminata disperazione
Strascìno
teneramente insensibile
le mie consumate ragioni,
muti brandelli riesumati
in mille notti insonni
desolate, silenziose
Consegno
avvolta in tele informi
una pallida coscienza
al bieco tempo immoto
in livide e vuote stanze
eternamente consacrate all'ozio
E rimango qui
trasportato, finalmente
in balìa della mia presenza
spenta arrendevolezza
monotonia inconsistente
fievoli voci e luci, in lontananza
[dicembre 2016]
Diafani visi,
creature della notte
danzando in cerchio invocano
astri immoti, silenziosi
Ombre zòmpicano
attorno ad un fuoco di pietra e lava,
imperituro simbolo di vita,
di memoria
Litanie di vecchi e grevi passi,
piedi nudi, freddi e stanchi,
tormentate estremità si appressano
al termine del cammino
Visioni, null'altro,
percorsi nell'oscurità dell'incoscienza,
candore ritrovato, alba di un nuovo giorno
Inattesa luce,
un refolo di vita,
l'incanto
[dicembre 2016]
Naufrago
sull'isola della mia complessità
pazientemente attendo
il moto stravagante di un'onda
Una realtà al mio sogno
una ragione alla mia follia
[novembre 2016]
Affido ai marosi
fonèmi strappati
alle mute labbra del rimpianto,
messaggi in bottiglia
[novembre 2016]
Pensieri colorati
dalla dolcezza
della tua assenza
mi avvolgono d'impazienza,
l'attesa
[novembre 2016]
Le tue risate,
strepitose onde nelle quali volgere
il mio naufragio
L'oceano,
le mie inquietudini
[novembre 2016]
Sfacciata e birichina
nella notte dei falò sorprende
e rischiara
due piedi ballerini in scarpe fruste
sfiancate da tanta danza
Evanescente, silenziosa, materna luna
[agosto 2016]
Smarrito nel vuoto
delle stagioni dedicate al nulla,
ostinato viaggiatore nel frastuono del tempo
invoco l'oscurità,
[rifugio di sensi consumati da inesausta malinconia]
preludio dell'alba di un impetrato giorno
[luglio 2016]
Pensieri nel blu
occhi nel sole del tardo pomeriggio
Straordinariamente leggero, oggi
[giugno 2016]
Sorridenti
e confusi
i
nostri pensieri si intrecciano, finalmente
mano
nella mano
nella
grazia del loro timido incontro
[giugno 2016]